giovedì 31 gennaio 2008

Trasformazione

Il Grande Principe aveva grandi poteri. Per questo si chiamava così.
In una notte stellata, fra le sconfinate dune di un deserto, donò a Bebè un nuovo corpo. Con quel corpo Bebè sentiva meglio il freddo e il caldo, il secco e il bagnato, il dolce e l'amaro.
Bebè da allora ebbe nuove mani, e il loro tatto era così affinato da contare tutti i granelli di sabbia che il Grande Principe aveva sulla pelle. Bebè ebbe nuove orecchie, più sensibili, con cui udire la sua voce, un nuovo naso con cui annusare i suoi capelli, e nuove labbra con cui poterlo baciare. Bebè ebbe anche nuovi occhi per guardarlo ogni istante come se fosse la prima volta, e una nuova lingua con cui gustare il suo sapore come frutto. Bebè ebbe nuove gambe con cui corrergli incontro più velocemente, nuove braccia con cui poterlo stringere più forte, e un nuovo ventre in cui accoglierlo per un tempo senza tempo.
Tutto questo accadde al tremolio di un fiamma, all'ombra delle gobbe di un cammello.

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