sabato 29 novembre 2008

Cous cous

Ho appena visto "Cous cous". Mamma mia. Pochi film mi hanno lasciato un tale malessere addosso.
Unica sensazione positiva: il pancino che trema di lei che balla.
Che bella quella pancia. E che bello saperla muovere così.
Camminando per Roma, a San Lorenzo, scopri una palestra in un seminterrato.
Verso le 21 fanno danza del ventre. Se ti fermi e ascolti puoi sentire il rumore di tutti i sonagli, che si muovono ritmicamente, contemporaneamente, come tutti quegli ombelichi.
Una pancia che si muove così può contenere tutto. I contorni di un figlio, gli scarti di una digestione amara, la sapienza della trasmutazione.
E' morbida al passo, docile al cambiamento, in sintonia con la Vita che scorre.







"Mi piace la tua pancia". Era la prima cosa che le aveva detto del suo corpo. La prima volta che si erano ritrovati in due dentro uno stesso letto.

venerdì 28 novembre 2008

Gli sguardi contro

Periodo strano.
Urge andare, urge partire. E sono ancora qui... perchè?
Cosa c'è che mi aggancia... qui?
Oggi non sono soddisfatta.
Nessun pretesto: non ho il ciclo, non ho litigato, non ho dormito poco.
Boh.

E se fosse... invidia? Se invidiassi chi ha il coraggio di fare quello che io non riesco a fare?

In-vidio: guardo contro.
Il mio sguardo si scontra con chi ha il coraggio di essere libero e leggero. Si scontra e lo incontra.
Il mio sguardo è ferito dalla sua bellezza.

lunedì 17 novembre 2008

Giallo al Buscapè

Stasera hanno tentato di uccidermi.
Un cameriere dall'aria affascinante e distratta ha riempito il nostro tavolo di patatine per tutta la sera.
Non facevo in tempo a vedere il fondo della ciotola che già accanto ce n'era un'altra piena di gialli veli croccanti.

Questo si chiama tentato omicidio. Me la sono cavata con qualche escoriazione alle labbra e poco altro. Ma passerò una notte insonne, a dibattermi tra le lenzuola con la gola arsa dal sale. Se dovessero fare la versione moderna del Vangelo i 40 giorni di Cristo nel deserto li ambienterebbero al Buscapè.
Demonio d'un cameriere.

venerdì 14 novembre 2008

martedì 11 novembre 2008

Incontri a strani bivi

Drappello di ragazzi sgangherati in mezzo alla nebbia.
A guardarli bene non sono poi così sgangherati, anzi.
La mora ha due fili di perle di vetro attorno al collo,
la rossa ha all'indice un anello arabo con pietra di smeraldo
la bionda ha un orologio calcolatrice al polso sinistro.
Tutte e tre hanno una naturale eleganza, non avrebbero bisogno d'altro.

Lui ha due bretelle, rosse come la cravatta.
E ora è neurologo di diritto.

-Scusa, ma io ti conosco.-
-Sì, lavoravamo insieme cinque anni fa.-
Che regali che porta, la nebbia.

-E adesso? Che mestiere fai?-

-Spalo la nebbia.-

sabato 8 novembre 2008

Uno

Vuoi camminare un po' con me?
Lenti, senza fretta. Non definiamo una meta, restiamo in ascolto del sole che sorge.
Guardiamo la terra, facciamo silenzio.

Ti chiederò di rallentare, ogni tanto.
Ogni tanto mi piacerà guardarti la schiena.

Mi chiederai di aspettarti.
Se non parlerai, mi piacerà saperti a guardarmi le spalle.

Camminiamo un po' insieme,
bilanciamo i passi,
ascoltiamo il loro battito dissonante.

Tu sei la gamba destra,
io, la sinistra.

Affidarsi

Sarebbe bello sposarsi nudi.
Pelle, nei, peli, capelli. Di fronte a te non ho bisogno d'altro che di me stessa.
Mi fido del tuo sguardo.




"Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, cammini di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda."

(Pablo Neruda)

giovedì 6 novembre 2008

O B A M A

Oggi
Bianche
Ali
Modellano
l'America

martedì 4 novembre 2008

I mille volti della pasta coi broccoli

Ho mangiato tre volte la pasta coi broccoli.

La prima volta me l'ha cucinata un marinaio arabo in cerca di se stesso.
La seconda volta me l'ha cucinata un giovane luminoso al centro del suo mondo.
La terza volta me l'ha cucinata una cuoca di mestiere nel groviglio di una mensa.

La prima volta è stata emozione esaltante.
La seconda volta è stata gioia cristallina.
La terza volta è stata indifferenza.




La ricetta della pasta coi broccoli è scritta nei cuori.
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