giovedì 3 aprile 2008

Il lettino del parrucchiere

Una mattina L'Orchidea tagliò i capelli al Grande Principe.
Riccioli scuri caddero per terra come semi. Mentre riccioli di fumo si alzavano densi nell'aria pesante insieme al rumore metallico delle forbici, batteria fuori tempo di Holly Johnson.

Freud associa i capelli ai pensieri. Capelli lunghi = pensieri antichi.
Nei sogni i capelli che stringono la gola sono pensieri soffocanti. Quando spazzoli i capelli accarezzi i pensieri, quando li tagli alleggerisci il rimuginio mentale.
Forbici contro la paranoia.
In pratica il parrucchiere è un analista. E costa meno. (A meno che tu non voglia anche i colpi di sole, che allora quelli son veri e propri colpi di luce, accelerazioni di coscienza che vanno pagate con un extra adeguato...)
Insomma dal parrucchiere al posto delle poltroncine ci dovrebbero essere dei lettini: ti sdrai, ti fai tagliare i capelli e ti alzi libera dal loop mentale, che si è sfaldato insieme ai ciuffi bagnati.

Forse allora raparsi aiuta a vivere nel qui e ora... Non so se riuscirei mai a farlo. Ho la testa a punta e rapata sembrerei un alieno o una melanzana. Chissà forse un giorno provo, poi giro per settimane con intriganti foulard colorati in testa. La gente si chiederebbe: alopecia, chemioterapia, buddismo?
Mah... per ora li lascio lunghi e sciolti, liberi di espandersi. Come i pensieri di queste settimane, che mi fanno sentire bene.

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