lunedì 7 luglio 2008

Per chi ancora non conosco

C'è una ragazza che si definisce "fotografa della comprensione". Chapeau.
Ancora non la conosco di persona, ma ho la sensazione che presto succederà.
Qui c'è un'altra storia che parla di comprensione. L'ha scritta una persona che, forse, inizio a conoscere stasera.

La dedico alla mia mamma.

"C'era una volta una civiltà, molto avanzata tecnologicamente, che conosceva la matematica ma non la scrittura né la poesia. Un giorno, chissà come, gli abitanti trovarono per caso un "oggetto" mai visto. Era un libro. Solo un libro. Ma che strana cosa non è mai un libro per chi non sa leggere.
Gli scienziati si precipitarono e, portatolo con ogni cautela nei loro laboratori, iniziarono a pesarlo, a misurarne, con la massima precisione possibile, lunghezza, larghezza, spessore, a contarne le pagine, a radiografarlo, ad analizzarne chimicamente carta e inchiostro, a collegare statisticamente tra loro -mediante raffinati e complicati calcoli- quei curiosi "segnetti" che erano i caratteri di stampa...
"E allora?" Chiese il popolo.
"Nulla." Risposero gli scienziati; "un vero mistero. Forse un giorno, chissà, con apparecchiature ancora più potenti..."

A nessuno era venuto in mente che potesse contenere un "messaggio", che potesse predisporre la propria mente non a "misurare" ma a "capire", cogliendo il vero senso dell'informazione contenutavi.
Ma tant'è. Dopo un po’, stanchi e delusi, gli scienziati abbandonarono la partita.

Che peccato. Ora quella civiltà è morta... L'hanno uccisa la tristezza della solitudine, la follia della violenza, la disperazione e le malattie dell'anima...
Che peccato. Se solo avessero saputo leggere in quel libro si sarebbero accorti che forse conteneva il segreto per comprendere la più bella storia d'amore che sia mai stata scritta... Vi si raccontava come, grazie a una grande, unica legge, anche i piccoli, insignificanti atomi sono in grado di testimoniare ed insegnarci, con il loro comportamento, che è possibile essere "liberi" senza che da questo si generi anarchia, ma anzi armonia e aiuto reciproco, "felici" senza che da questo si generi egoismo, ma anzi solidarietà e comunicazione, "in pace e nella giustizia" senza che, per ottenere questo, si debba ricorrere ad eserciti o tribunali...
Che peccato. Tanti altri continuano a "misurare" l'universo e forse non hanno imparato a "leggerlo"."
Maurizio Gradellini

3 commenti:

Gio' ha detto...

Tuni... è bellissimo questo racconto! E' un po' quello che stiamo cercando di fare noi, no? Imparare a leggere...
L'ha scritta tuo nonno?
E' questa vero la scoperta di tua sorella... che bella scoperta!

Antonella ha detto...

Giò... l'ha scritta mio zio...
La scoperta di mia sorella è un'altra... Questa ne è un riflesso.
Un contatto, un link si è attivato e le ha dato un'intuizione che illumina tutta la vita della mia mamma sotto una luce nuova...

Anonimo ha detto...

Mi sono commossa.
Ti voglio tanto bene.
Ha risposto Giò-fratello?
Forse i gattini del sogno di Gheo siamo noi...